il Vetro temperato è un materiale indispensabile per le realizzazioni  dei manufatti , per questo deve essere utilizzato nel modo corretto e per fare questo occorre conoscere la natura di questo prodotto.

 il motivo per il quale è considerato un elemento essenziale per qualsiasi schema di progettazione è che rappresenta il punto di forza fondamentale per la sicurezza. il corretto utilizzo del vetro temperato garantisce la sicurezza di ogni manufatto in vetro, esalta le capacità di resistenza del vetro e può persino rivelarsi utile nella realizzazione di progettazioni complicate.

a seconda delle destinazioni d’uso di ciascun manufatto in vetro è possibile selezionare il vetro più corretto per ognuna di esse. nell’ambito di piccole progettazioni possiamo distinguere essenzialmente 3 tipologie di vetri che rispettino i criteri di sicurezza  stratificato: composto da due lastre di monolitico interposte da un film plastico.  temperato: vetro monolitico sottoposto al processo di tempera.

 temperato e stratificato: due laste monolitiche preventivamente temperate e successivamente stratificate. di cosa parliamo in questo articolo  cos’è il vetro stratificato come si ottiene il vetro temperato  si può tagliare il vetro temperato  è appropriato tagliare il vetro temperato  conclusioni  cos’è il vetro stratificato il vetro stratificato, con interposto film plastico denominato pvb, mantiene attaccati i pezzi di vetro in caso di rottura

 è adatto per le lavorazioni che prevedono un telaio di tenuta, laddove non vi sia necessita di eseguire forature e lavorazioni del vetro che rischiano di indebolire il plastico. vetro stratificato come si ottiene il vetro temperato attraverso il processo di tempera, il vetro è sottoposto alle alte temperature e poi freddato repentinamente.

in questo modo è reso più resistente e rispetta i canoni di sicurezza, perché in caso di rottura si sgretola in piccoli frammenti, simili a granelli di sale che non ledono nessuno. molto utilizzato per tutte le realizzazioni in vetro che prevedono lavorazioni, aumenta di 4 volte la resistenza meccanica di un normale vetro float. differenze tra vetro stratificato e vetro temperato il vetro stratificato è sconsigliato per realizzare porte, box doccia e altri manufatti che richiedono lavorazioni per ancoraggio degli accessori di tenuta.

come anticipato le lavorazioni rischiano di indebolire il plastico interposto e di conseguenza vanificarne la capacità di tenuta. al contrario il vetro temperato è molto utilizzato per tutte le realizzazioni in vetro che prevedono lavorazioni; oggetti in vetro che siano sottoposti allo sbalzo termico caldo freddo.

tutti i piani in vetro per tavoli da pranzo, vetri per box doccia etc. piani da lavoro: ove sia richiesta una maggiore resistenza e di tenuta. vetri per forni elettrici e piani cottura, a patto che non superino un grado di temperatura superiore ai 250° si può tagliare il vetro temperato  come abbiamo visto ogni lavorazione del vetro deve essere eseguita prima di sottoporlo al processo di tempera; fori, tacche, asole e filo lucido perimetrale vanno lavorate e rifinite nel miglior modo possibile. 

successivamente il vetro può essere sottoposto alla tempera. questo ci fa capire che qualunque altra lavorazione non potrà essere eseguita. una volta che il vetro è stato temperato non può subire altre lavorazione, così come non può essere tagliato. la tempera è un processo che aumentato la resistenza del vetro ne altera anche la capacità di trasformazione, prima fra tutte quella del taglio.


Link Utili:

Il vetro è un materiale ottenuto tramite la solidificazione di un liquido non accompagnata dalla cristallizzazione. I vetri sono solidi amorfi, dunque non possiedono un reticolo cristallino ordinato, ma una struttura disordinata e rigida composta da atomi legati covalentemente; tale reticolo disordinato permette la presenza di interstizi in cui possono essere presenti impurezze, spesso desiderate, date da metalli.
Inoltre i suddetti vetri potrebbero essere ottenuti a partire da qualunque liquido, attraverso un rapido raffreddamento che non dia alle strutture cristalline il tempo di formarsi. Nella pratica, hanno la possibilità di solidificare sotto forma di vetro solo i materiali che abbiano una velocità di cristallizzazione molto lenta, come ad esempio l’ossido di silicio (SiO2), il diossido di germanio (GeO2), l’anidride borica (B2O3), l’anidride fosforica(P2O5), l’anidride arsenica (As2O5). (Wikipedia)

Taglio

Il taglio di piccoli pezzi può essere eseguito a mano con strumenti appositi, ma in generale viene eseguito da un banco di taglio, un macchinario a controllo numerico che presenta un piano fisso, solitamente vellutato e con fori per generare un cuscino d’aria (utile per lo spostamento del vetro), che viene chiamato anche “pantografo”. Sopra di questo vi è un ponte mobile che tramite un tagliavetro fornito di rotella in carburo di tungsteno o widia o diamante sintetico pratica incisioni sul vetro a seconda della programmazione eseguita tramite un software chiamato “ottimizzatore”, che previo inserimento misura delle lastre come giacenza di magazzino, inserendo le misure da tagliare; il software ottimizzatore è implementato affinché ottimizzi il taglio, evitando al minimo lo sfrido. I vetri tagliati in questo modo verranno poi troncati da un addetto con l’ausilio del banco di taglio. È opportuno in fase di programmazione (se si lavora su grandi lastre) impostare dei tagli verticali sulla lastra in modo che sia più semplice lavorare su due parti più piccole in fase di apertura dei vetri.
Per i vetri laminati stratificati il taglio viene eseguito sia sulla parte superiore della lastra, sia sulla parte sottostante alla parte superiore della stessa, visto che sono due vetri accoppiati, mentre il film polimerico che tiene accoppiate le due lastre (in PVB o polivinilbutirrale) viene generalmente tagliato usando un cutter o imbevendolo di alcool etilico. Nei moderni macchinari, oltre al taglio simultaneo delle due lastre di vetro, c’è anche una resistenza a scomparsa, che scioglie il PVB permettendo l’apertura del taglio. (Wikipedia)

Molatura del vetro

Il vetro tagliato presenta un bordo particolarmente tagliente e irregolare, che viene eliminato tramite un’operazione di molatura (eseguita manualmente o da macchinari CNC) che asporta e uniforma il bordo del vetro in modi diversi, a seconda della lavorazione voluta:

  • filo lucido tondo: il bordo risulta arrotondato e lucido, il grado di lavorazione è elevato;
  • filo lucido piatto: il bordo risulta lucido e perpendicolare alla superficie ma la congiunzione viene smussata a 45°; anche qui si ha un grado di lavorazione elevato;
  • filo grezzo: come il filo lucido, con l’eccezione che il bordo non risulta lucido ma opaco e presenta una rugosità maggiore;
  • bisellatura: i bordi del vetro vengono molati per 10–40 mm di altezza per un angolo di circa 7 gradi rispetto alla superficie del vetro stesso.

La molatura del bordo viene anche effettuata occasionalmente per ragioni di costo soprattutto su vetri colorati per limitare il fenomeno dello choc termico anche se per questo fenomeno è consigliata la tempera della lastra.

Foratura

Il vetro può essere forato al trapano con apposite punte diamantate, adeguatamente refrigerate con getto continuo d’acqua. La foratura può essere eseguita da trapani per vetro manuali monotesta o doppiatesta o a controllo numerico. I fori non devono essere troppo vicini al bordo (a seconda anche dello spessore del vetro) per evitare rotture dovute alle tensioni interne del pezzo. Nuovi macchinari permettono di forare con un particolare tipo di sabbia miscelata ad acqua (waterjet). (Wikipedia)

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